Nel 1958 la legge Merlin chiuderà per sempre le case di tolleranza. Il film ricostruisce con brio e ricchezza di testimonianze, costume, letteratura e memoria di queste stazioni di estasi e sfruttamento, di seduzione e disperazione: la promiscuità delle sale d'attesa (rievocata in alcune celebri scene di Roma di Fellini), le delusioni d'amore che spesso spingevano le donne a quel lavoro, l'apprendistato erotico dell'adolescenza.