Lo sapevano tutti nel Vajont che della montagna Toc (che vuol dire qualcosa di marcio, di friabile) non ci si poteva fidare. Tina Merlin lo scriveva continuamente nei suoi articoli sull’Unità. Ma quelli che avevano progettato la più alta diga del mondo non potevano e non volevano prestare ascolto a quei suoni e a quei segni sinistri che preannunciavano la catastrofe.Il film ricorda il Disastro del Vajont, che nel 1963 costò la vita a circa duemila persone. La vicenda, reale, viene raccontata intrecciandola con la storia d’amore di Olmo Montaner, che nel film è uno dei pochi sopravvissuti alla tragedia, ma che è, in realtà, un personaggio del tutto inventato.